stelle-dei-giganti

Editore: Mondadori 

Collana: Urania (Millemondi n.74)

Data di pubblicazione: Marzo 2016

Pagine: 574

Formato: Copertina flessibile

Prezzo di copertina: 7,90 €

Ebook: 4,99 €

 


Le stelle dei giganti è una trilogia hard science fiction dell’autore britannico James Patrick Hogan, scomparso nel 2010, contenuta nell’Urania Millemondi n.74. In un unico volume sono raccolti Lo scheletro impossibile (Inherit the Stars, del 1977), Chi c’era prima di noi (The Gentle Giants of Ganymede, del 1978) e La stella dei giganti (Giant’s Star, del 1981). In precedenza Urania aveva già pubblicato singolarmente questi titoli, a cui si aggiungono Entoverse (1991) e Mission to Minerva (2005), al momento inediti in Italia, a completamento del ciclo narrativo.

La tematica di fondo riguarda l’affascinante mito delle origini dell’umanità. Hogan riprende la corrente evolutiva che presuppone la comparsa dell’uomo sulla Terra come il frutto di un processo estraneo alle logiche evolutive darwiniane, ma indotto da un’interferenza aliena. La scienza terrestre, arrivata a colonizzare gran parte del sistema solare, viene scossa nelle fondamenta da una scoperta strabiliante che la costringe a rivedere i capisaldi su cui si erigono le teorie ufficiali. GiantHoganSulla Luna viene infatti ritrovato uno scheletro gigante con indosso ancora la tuta spaziale. Già dalle prime analisi i risultati attestano che si tratta di un essere umanoide appartenente a una razza aliena, dal momento che la statura e la tecnologia della tutta esulano da ogni logica terrestre. Il gigante, battezzato Charlie, ha con sé un diario di bordo redatto in un alfabeto ignoto. La sua decifrazione si preannuncia ostica, ma le informazioni che contiene saranno cruciali per risolvere il mistero su Charlie e il popolo da cui proviene.

Alle ricerche prendono parte le menti più eccelse, tra le quali emergono i protagonisti Victor Hunt e Christian Danchekker. Il primo è direttore degli studi teorici presso la Società di Strumenti Nucleari Metadyne di Reading, nel Berkshire. Ha progettato un congegno unico al mondo noto come trimagniscopio, in grado di riprodurre sotto forma di ologramma l’oggetto su cui viene puntato, di cui è in grado di rilevare i dettagli non solo della struttura esterna ma anche del suo contenuto, con l’ulteriore possiblità di ingrandirlo per studiarlo al meglio. Il professor Danchekker invece è un eminente biologo molecolare che ha la propensione a diffidare di qualsiasi teoria che non possa essere comprovata empiricamente. Il suo pragmatismo tradizionalista lo porta a scontrarsi spesso con una personalità più duttile alle ipotesi, per quanto inverosimili appaiano, come quella di Hunt. I loro disappunti fungono da espediente all’autore per sviscerare da ogni angolazione le varie tesi scientifiche con cui cercare di fornire teorie plausibili sulle scoperte in corso.

Hogan space giantIl ritrovamento di Charlie è solo una goccia d’olio che, toccata la superficie, espande le implicazioni della vicenda verso risvolti sorprendenti. Lo scheletro impossibile è il trampolino di lancio verso luoghi più remoti dell’universo, dove tra ulteriori rinvenimenti e incontri con razze aliene il complesso puzzle sulle origini dell’uomo delineerà un corollario di cruenti vicissitudini risalenti a milioni di anni fa, le cui ripercussioni sono tutt’altro che risolte.

Hogan adatta la conoscenza scientifica moderna per rendere plausibili gli avveniristici risvolti della trama, e lo fa servendosi di un accurato linguaggio tecnico che rende il testo in molti punti più un trattato che un romanzo. C’è da ammettere che questo stile risulta particolarmente congeniale alla strutturazione del primo libro, Lo scheletro impossibile. Le anomalie evolutive a cui i protagonisti sono chiamati a rispondere danno adito a tutta una serie di teorie appassionanti, per certi aspetti supportate ancora oggi dalle correnti para-archeologhe sugli antichi astronauti.

Quando in Chi c’era prima di noi e in La stella dei giganti si palesano i responsabili di tutte le ipotesi maturate nel primo libro, la storia paradossalmente perde mordente. Nonostante le tematiche principali si mantengano sui remoti misteri planetari da cui ne è conseguita la comparsa dell’uomo sulla Terra, l’autore imprime una svolta fantascientifica più canonica: l’incontro-confronto tra umani e alieni. I primi hanno che imparare dai secondi, e lo scambio culturale decade negli stereotipi del genere. Tutti amici, tutti felici e contenti nel cooperare per il bene della Terra. Non c’è più tensione negli sviluppi narrativi. Nonostante la portata degli eventi, i protagonisti li affrontano con troppa disinvoltura. Anche i protagonisti Hunt e Danchekker si appiattiscono. Le loro personalità ristagnano nella bidimensionalità del primo libro, non essendo sviluppate ulteriormente nel proseguo della storia.

In sostanza il mio approccio con questa trilogia è stato così: Lo scheletro impossibile è una partenza col botto. Chi c’era prima di noi si lascia leggere grazie anche alla spinta propulsiva del libro precedente. La stella dei giganti si trascina stancamente fino alla conclusione. Chiuso il libro ho tirato un sospiro, sollevato per aver portato a termine un volume così corposo e, purtroppo, sempre meno accattivante.

Specie immortale (Urania)Consiglio Le stelle dei giganti a chi è appassionato delle tematiche sugli Antichi Astronauti. Tra l’altro per tipologia di prosa e argomenti mi ha ricordato un’altra uscita Urania, Specie Immortale (Urania Collezione n.152). Anch’essa, sebbene infarcisce il genere fantascientifico con argomenti che sconfinano nell’esoterismo, si concentra su una civiltà aliena che giunta anticamente sulla Terra ha modificato geneticamente l’evoluzione umana. In tale romanzo gli amanti di Lovecraft troveranno qualche riferimento al suo pantheon.

Senza divagare troppo, si tratta di libri che sotto vari aspetti ricordano più un saggio che un romanzo. Tuttavia le tematiche che affrontano sono affascinanti. Quindi, se vi appassionano, armatevi di pazienza e preparatevi a un lungo viaggio tra le stelle e la storia.


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