Editore: Providence Press

Collana: Pulp Fiction Deluxe

Data di pubblicazione: Giugno 2019

Pagine: 366

Formato: Copertina rigida

Prezzo di copertina: 39 € 

Ebook: /

 

 

 

 


 “Quando vedi che un uomo è pronto a fare a botte con te, non ha senso perdere tempo con le formalità. Dagliele per primo e dagliele pesanti”

 

È con questa massima stampata in mente che Sailor Steve Costigan, pugile implacabile e Marinaio Scelto della Sea Girl, è solito azionare i “demolitori” – come li chiama con spavalderia – e stendere chiunque gli si rivolga a brutto muso. Grazie a essi ha mandando al tappeto i più temibili avanzi di galera e i più quotati boxers incontrati nei malavitosi bassifondi portuali dell’Oriente, dove ancora riverberano i suoi colpi e le urla di chi ne ha fatto le spese.

Stazza da gorilla, torace ampio, braccia nerborute, pugni come magli, orecchie a cavolfiore e viso rude storpiato dalle innumerevoli scazzottate. Un’aria sbruffona e modi boriosi accentuano la parvenza da attaccabrighe di Costigan, il quale in realtà dietro tanti muscoli cela una cospicua dose di magnanimità che spesso sconfina in ingenuità, specialmente quando si ritrova a dover salvare donne in pericolo. Dove non arrivano i suoi portentosi demolitori ci pensa Mike, il fedele molosso ancora più arcigno del padrone.

Steve Costigan è un’altra creazione del geniale Robert Howard, la cui fantasia sconfinata ha saputo rielaborare i miti fondanti del proprio tempo e divulgarli con uno stile lapidario e altamente impattante, funzionale a trasferire nel lettore l’ardimentosa passione che muove i protagonisti delle sue storie. In tutti loro freme la volontà inossidabile di fronteggiare il decorso implacabile del destino. Sarà pure una lotta impari destinata alla sconfitta, ma l’uomo ha il dovere di impiegare tutte le proprie energie e soccombere a testa alta. Soltanto uno spirito barbarico, antitesi del rammollito uomo civilizzato, può mettere in campo capacità all’altezza della sfida, e il marinaio della Sea Girl non fa eccezione.

Costigan cavalca opportunamente la crescente moda sportiva del pugilato spopolata in America sul finire del XIX secolo. Allora gli incontri, disputati in rudimentali ring delimitati da pali e corde, vedevano i contendenti lottare a mani e busto scoperti per un numero potenzialmente illimitato di riprese. Viste le tragiche conseguenze ripetutesi a causa di una condotta sportiva indisciplinata, l’attività è stata proibita. L’ultimo scontro a pugni nudi, disputato nel 1889, ha visto l’americano John Lawrence Sullivan confermare il titolo di campione del mondo di pesi massimi (vinto inizialmente il 7 febbraio 1882 contro l’allora detentore Paddy Ryan) battendo Jackie Kilrain. Da quel momento sono entrate in vigore le nuove regole redatte tempo prima da Lord John Sholto Douglas, IX marchese di Queensberry (noto soprattutto per aver screditato l’omosessualità di Oscar Wilde), decisive per lo sviluppo della boxe moderna. Questa, complice il cospicuo giro d’affari che intrattiene, in poco tempo diventa uno degli sport più rappresentativi d’America, risultando anche un’opportunità di riscatto e guadagno per i reietti delle classi disagiate.

Il giovane REH nel cortile di casa

Lo stesso Robert E. Howard si lascia contagiare dalla popolare disciplina sportiva, avvicinandovisi all’età di dieci anni e poi coltivandola con assiduità dopo il diploma alla High School di Brownwood conseguito nel 1923. Nel suo caso la boxe diventa un motivo di rivalsa nei confronti dei frequenti atti di bullismo subiti per via del fisico gracile e soprattutto per il carattere sensibile e introverso. Le competenze maturate nel corso degli allenamenti gli valgono anche come bagaglio nozionistico per caratterizzare al meglio il personaggio di Steve Costigan.

A ispirarlo sono stati molto probabilmente due tra i più grandi pugili di inizio Novecento. Uno è Sailor Tom Sharkey (1874-1953), originario irlandese (come la propria discendenza che Howard tanto idolatra) e naturalizzato statunitense. Da giovane fugge di casa per imbarcarsi sui bastimenti transoceanici fino ad arruolarsi nella Marina statunitense, per poi tuffarsi nel pugilato professionistico e diventare uno dei più celebri pesi massimi sul finire dell’800.

Il secondo ispiratore di Costigan, di cui questi ne riprende la tecnica combattiva improntata sulla forza bruta, è il leggendario campione mondiale di pesi massimi (titolo detenuto dal 1919 al 1926) Jack Dempsey (1895-1983). La sua ferocia agonistica, tanto martellante sul ring da costringerlo raramente a ripiegare sulla difensiva, gli è valsa i soprannomi di Massacratore di Manassa (la città dove è nato), Mangiatore di uomini e Il tigre.

Costigan è sbarcato per la prima volta in Italia tanto tempo fa. Per la precisione correva l’anno 1992, quando i pionieri di Yorick (editore avanguardista in fatto di inedite esplorazioni nella letteratura pulp) hanno dato alle stampe l’antologia Il segno del serpente, incentrata proprio sullo scrittore texano. Ebbene, Costigan lo troviamo protagonista del racconto che dà il titolo al volume, pubblicato in origine sul numero di giugno 1931 della rivista Action Stories. La storia vede la traduzione di Massimo Tassi e Massimo Davoli (entrambi tra i curatori dell’antologia insieme a Lorenzo Mussini e Dario Tedeschi), con il contributo di Raoul Perazzi per le illustrazioni.

Adesso è il turno della Providence Press di riproporre questo personaggio1 in una prestigiosa edizione rilegata, curata da Giacomo Ortolani e tradotta da Gianfranco Calvitti. A Michele D’Aloisio va il merito della bellissima copertina. La raccolta propone, seguendo la cronologia di stesura di Howard, dieci racconti di cui nell’ultimo compare l’alter ego di Costigan chiamato Dennis Dorgan. Si tratta di Vicoli di tradimento (1934), pubblicato postumo su The Howard Collector n.8 (vol.2, n.2, autunno 1966) a cura di Glenn Lord, agente letterario americano tra i più importanti ricercatori di Robert E. Howard, sul quale ha redatto la famosa biobibliografia The Last Celt (Donald M. Grant Publisher, 1976). Curiosamente Dorgan lo ritroviamo protagonista di un’intera antologia, la discutibile The Incredible Adventures of Dennis Dorgan (1974), che Providence Press ci ripropone nella versione corretta. Va infatti precisato che l’unica vicenda di Dorgan concepita da Howard è Vicoli di tradimento, pertanto la sua presenza negli altri nove racconti è frutto di una irrispettosa decisione del curatore Darrell C. Richardson, che pur di conferire un’apparente omogeneità alla raccolta ha arbitrariamente sostituito Costigan con Dorgan, il bulldog Mike si è camuffato in Spike, mentre la Sea Girl è stata ribattezzata Python.

Un’analoga manipolazione, sebbene stavolta vi fosse il consenso dell’autore, è avvenuta con Vicoli di tenebra (1933), l’unica storia presente sul volume Providence Press ad essere venduta da Howard quando era ancora in vita. Lo scritto è uscito sul magazine The Magic Carpet vol. 4, n.1 del gennaio 1934 sotto lo pseudonimo di Patrick Ervin.

Ad eccezione, come detto, di Vicoli di tenebra, le restanti storie presenti in Steve Costigan. Pugni, pupe & pericoli hanno visto la luce solo dopo la morte di Howard, pertanto sono tutti inediti tradotti per la prima volta in italiano.

Dunque l’indice prevede, seguendo la cronologia di scrittura, Cavolfiori acculturati (1931), Costigan il marinaio e la minaccia turca (1931-1932), Costigan il marinaio e il Cobra Giallo (1932), Costigan il marinaio e la Scimmia di Giada (1932-1933), Vicoli di tenebra (1933), Costigan il marinaio e il gorilla del destino (1933), Un nuovo sport per Costigan (1933), Pugni di Natale (1933), Pugni Corazzati (1934), Vicoli di tradimento (1934).

Il filo conduttore delle varie storie è la sprezzante caparbietà con cui Costigan riesce a emergere dalle disavventure in cui si ritrova coinvolto, spesso suo malgrado. Non di rado infatti si schiera in difesa dei più deboli, amici o sconosciuti che siano. Egli odia i prevaricatori, i malfattori e chiunque si approfitti impunemente delle debolezze altrui. Tuttavia, non brillando di perspicacia, Costigan finisce sovente incastrato in truffe più grandi di lui, dove più che guadagnarci qualcosa ne viene fuori con un pugno di mosche. Lo scenario è una costante riproposizione di degradati quartieri portuali, malfamate arene di combattimenti clandestini e vicoli insediati da criminali di etnia orientale, in linea con i collaudati stereotipi pulp dell’epoca.

Lo stile di Howard, come sempre incline all’azione vulcanica, qui si avvale anche di una riuscita comicità. Tanto per fare un esempio, nel racconto Cavolfiori acculturati (già il titolo, che prende in giro le orecchie del protagonista, è tutto un programma) Costigan diventa miope a causa di un collirio applicatogli a tradimento per falsare l’incontro di pugilato. Per ovviare al problema il marinaio si procura un paio di occhiali da vista che lo fanno sembrare un delicato intellettuale. La gente, non riconoscendolo, si prodiga nel fargli notare la sua inadeguatezza al combattimento, mandandolo su tutte le furie. Per non parlare del momento in cui una pacifica esibizione di boxe a un evento mondano si tramuta in una feroce scazzottata. In sostanza quando Costigan – qui nei panni di un Clark Kent ante litteram – viene punto nell’orgoglio perde la testa, e a quel punto si salvi chi può.

Tutto ciò esalta la duttilità di Howard, incredibilmente a suo agio con quasi tutti i generi narrativi e capace di creare personaggi unici, pur diversissimi tra loro. Infatti da quando Costigan fa la sua comparsa in The Pit of the Serpent sul numero di luglio 1929 di Fight Stories, conquista da subito il pubblico che vuole leggere altro sul suo conto. Persino le riviste del settore se lo contendono, tant’è che Sport Story Magazine, concorrente di Fight Stories, chiede a Howard di traslocare Costigan sulle loro pagine. Howard a quel punto, per non arrecare torti a nessuno, inventa un altro pugile di nome Kid Allison il cui breve ciclo di tre storie viene spalmato sui numeri di Sport Story Magazine da settembre a dicembre 1931. Un altro paio di racconti di Costigan approdano sulla rivista Action Stories, alla quale Howard vende anche diversi racconti western, genere che gli ha fruttato in assoluto più guadagni.

In conclusione un altro tassello della vastissima produzione howardiana trova finalmente la dovuta collocazione anche in Italia. La genuinità e la moderna freschezza delle storie che compongono l’antologia della Providence Press permettono al lettore di gustarsi l’innegabile carisma di un personaggio come Costigan. Del resto anche lui è frutto della sedimentazione di alcuni tratti del suo creatore, e quando c’è Howard di mezzo, almeno per me, del sano e coinvolgente spirito avventuroso è assicurato.

Se poi aggiungiamo che il volume Steve Costigan. Pugni, pupe & pericoli si conclude con la seconda parte dell’epistolario tra Robert E. Howard e H.P. Lovecraft, direi che non resta altro da fare se non fiondarsi sul sito dell’editore e accaparrarsi questa edizione limitata prima che vada esaurita.

 

 

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  1. Un primo assaggio ai lettori l’editore lo ha offerto  sui numeri 1 e 2 di Providence Tales, contenenti rispettivamente i racconti Il segno del serpente, già menzionato nell’articolo, e Il bulldog di razza (prima apparizione su Fight Stories n.2, febbraio 1930).

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