Mauro Longo

Archeologo, giornalista, copywriter, blogger, divulgatore, editor, social media specialist.

Da sempre appassionato di giochi di ruolo, librogame e narrativa fantastica, Mauro Longo è autore del romanzo Il Decameron dei Morti (Origami Edizioni), del gioco di ruolo Ultima Forsan per GG Studio e del gioco di ruolo Tropicana per GRAmel.

Sito ufficiale: www.caponatameccanica.com

 

 


Dopo la recensione su Il Decameron dei Morti. L’alba dei Trapassati Redivivi, torniamo a parlarne direttamente con l’autore in questa intervista. Buona lettura.

  1. Iniziamo col capire cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di scrittore e quali autori hanno influito in questo tuo percorso creativo.

Ciao a tutti e ben trovati. I grandi maestri sono tanti, talmente tanti che mi è difficile metterli in ordine o citarne solo alcuni. Ho sempre letto moltissimo fin dai tre anni: libri, fumetti, librogame. Ho la fortuna di possedere un retroterra di letture, visioni e giochi gigantesco, che tocca più o meno tutto quello di importante che sia uscito in italiano negli ultimi trent’anni, riguardo il fantasy, il weird, l’horror e, in maniera minore, la fantascienza. Di recente ho purtroppo allentato un po’ questo continuo aggiornamento, ma per fortuna la base è ancora solida. Come dice J. L. Borges “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto”, una massima che faccio senz’altro mia.

  1. Tra le tue opere Il Decameron dei Morti è stato il primo (e al momento unico) romanzo. Vista la mole di pagine e il lessico usato, illustraci le fasi cruciali della sua stesura, i momenti più ardui e, ovviamente, la fonte d’ispirazione.

Tutto nasce dal mio interesse per il genere letterario del mash-up, ovvero quello che prende classici della narrativa e ci infila dentro zombi, astronavi, androidi e cose così. La Peste Nera è un prototipo perfetto per un’Apocalisse Zombi, e quale libro migliore delDecameron per descrivere questa piaga che si diffonde per l’Italia, tra cavalieri, condottieri, dame, fratacchioni e alchimisti? Il numero di pagine non è stato un problema, il lessico sì, visto che l’italiano usato è un incrocio voluto tra l’originale trecentesco e un parlato accessibile ai lettori moderni. In realtà anche un mediocre linguista si accorgerebbe che il trucco c’è: il libro è scritto in un incrocio tra vero volgare fiorentino, trovate degne dell’Armata Brancaleone, un italiano maccheronico e uno stile pulp moderno.

  1. Hai intenzione di dare un seguito al Decameron dei Morti, o comunque di cimentarti in un’altra opera simile?

Il Decameron è concluso così com’è, ma i seguiti, pubblicati o in divenire, ci sono e sono tanti. Ho già pubblicato un racconto inserito nello stesso universo narrativo, “Ricordati che devi risorgere”, e ho in corso di trattativa due altri lavori simili per Origami, a metà tra racconti brevi e librigioco. Ci sono poi dei librogame che sto scrivendo con un’altra casa editrice e il cui primo volume, Il tesoro della regina, è andato piuttosto bene. La Morte non è mai stata così vivace…:) Mi piacerebbe scrivere anche un romanzo di battaglie macabre, ambientato circa quarant’anni dopo i fatti del Decameron e chiamato “L’impresa dei quattro capitani”, ma aspetto prima di avere accordi con l’eventuale editore.

  1. Ti sei rivolto anche a case editrici più rinomate per sottoporgli il tuo romanzo? Se si, cosa pensi le abbia portate a rifiutare di pubblicare un’opera tanto originale e di spessore come Il Decameron dei Morti?

Mi sono rivolto a una decina di esse, esattamente a quelle che era possibile raggiungere via email e trattano il genere in questione. Le ragioni dei rifiuti sono tante e varie, ma se guardi troppo in fondo a una Casa Editrice, anche la Casa Editrice finirà per guardare in te, quindi meglio evitare di farsi troppe domande! Sono felicissimo di aver trovato spazio con Origami: persone di elevata professionalità – e adesso anche amici – con cui mi trovo benissimo e che stanno organizzando molte iniziative di promozione. E poi con le case editrici medio-piccole ci si muove meglio!

  1. So che sei un amante dei giochi di ruolo. Ci sono elementi tipici di questo settore nel Decameron dei Morti? E’ vero che dal tuo libro sono stati ricavati supplementi per giochi di ruolo?

Sono appassionato di giochi di ruolo da venticinque anni e autore professionista da un paio. Tra le influenze del libro vi sono quindi sicuramente anche quelle del tipico immaginario dei gdr: il party di personaggi che agiscono di concerto, i ruoli definiti, le quest da compiere, il boss finale da affrontare! Il mondo del Decameron dei Morti è inoltre attualmente oggetto di un gioco di ruolo che sta avendo molta fortuna in Italia e all’estero: Ultima Forsan, presentato con successo a Lucca Comics & Games 2014. Si tratta tecnicamente di un’ambientazione per il gioco Savage Worlds, pluripremiato a livello internazionale e attualmente Gioco di Ruolo dell’Anno in Italia. Una versione inglese diUltima Forsan è già stata pubblicata ed edizioni in altre lingue, compreso il russo, sono in arrivo. In Italia sono già usciti diversi moduli di gioco e avventure e sto lavorando in questo momento ad altre tre uscite. Come recita la quarta di copertina del modulo geografico sull’Italia Macabra: “Fratelli d’Italia, la Morte s’è desta!”

  1. Approfondendo l’ambito dei giochi di ruolo, sei autore di qualche progetto anche in questo campo?

Ultima Forsan è un marchio mio e dell’amico Giuseppe Rotondo, sviluppato per l’italianissima GG Studio, che supporta anche la versione inglese. Un altro lavoro di cui vado molto orgoglioso è Tropicana, un gioco di ambientazione caraibica fatto di spie, contrabbandieri e belle ragazze, situato nell’immaginario paese latinoamericano di San José. Tropicana sta per uscire in inglese per un’altra casa editrice, la Gramel, e spero sia un successo come Ultima Forsan. In questo caso, più bikini, più pistole e meno morti viventi…

  1. Hai scritto anche svariati racconti, tutti in formato ebook. C’è qualche aspetto che li accomuna o sono completamente diversi tra loro? C’è un genere narrativo che solitamente prediligi per le tue storie?

Anni fa partecipavo con piacere a moltissimi concorsi di racconti, spesso con buoni risultati, e queste storie brevi sono il frutto di quell’attività. Per questo motivo, i miei racconti sono variegati e non condividono la medesima ambientazione o lo stesso stile. Sono uniti però dall’appartenenza al genere fantastico, che è quello che adoro, in tutte le sue declinazioni. Mi piace molto il fantasy, specie nel suo sottogenere sword & sorcery, ma in quei racconti si trova di tutto: fantascienza, horror, weird e altre apocalissi zombi… Per chi ama leggere su carta, c’è anche una raccolta chiamata Caponata Meccanica, che ne raccoglie una ventina, rieditati, riveduti e corretti.

In generale io credo che il fantastico sia la declinazione ideale della narrativa e della letteratura. Non dimentichiamo che le prime opere scritte che ci sono state tramandate (Iliade, Odissea, Epopea di Gilgamesh per esempio) sono storie fantastiche, leggende e miti. La narrativa nasce fantastica, il realismo arriva molto dopo…

L’intervista si conclude qui. Grazie della disponibilità e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.

Grazie della chiacchierata. Leggere, giocare e divertirsi fa rimanere giovani… se non addirittura immortali!


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