Editore: Acheron Books

Collana: Zenobia

Data di pubblicazione: Aprile 2017

Pagine: 173

Formato: Copertina flessibile

Prezzo di copertina: 15,00 €

Ebook: /

 

 

 

 


Non avevo mai letto un romanzo furry, ovvero incentrato su animali fantastici umanizzati sia nella postura che nell’intelletto. Ebbene, The Builders è stata la mia prima esperienza. Per quanto l’uscita mi abbia lasciato in un primo momento perplesso, per quanto l’autore mi fosse ignoto, dopo aver visto la copertina (che sottolineo essere stupenda) e letto la sinossi ho capito che qualcosa di insolito e sopra le righe ribolliva nel pentolone di Acheron Books, un editore che finora non ha sbagliato un’uscita.

Daniel Polansky, classe 1984, con The Builders si è guadagnato la finale al Premio Hugo 2016 e la mia stima. Già, perché riuscire a caratterizzare degli animali alla stregua di brutti ceffi degni di un western di Sergio Leone (a cui l’autore dichiara di essersi ispirato) non è cosa da poco. Delle volte la banda del Capitano mi ha persino ricordato una serie tv cult: l’A-Team, o A(nimal)-Team in questo caso.

Ma non deliriamo oltre.

L’ambientazione rievoca a grandi linee il Nuovo Mondo all’epoca del Far West, sebbene il fulcro di tutto si svolge in un luogo puramente immaginario. Infatti il background della trama risale a una sanguinosa guerra civile che sconvolse la Capitale del Regno dei Giardini. In ballo vi era la carica di Signore del Regno contesa da due fratelli, il Giovane e il Vecchio. Il primo supportato dal crudele Mefitico, il secondo dal Capitano. Quest’ultimo, mentre si godeva la vittoria insieme ai compagni, fu tradito da alcuni di loro ma la scampò per il rottolo della cuffia insieme a una parte della banda.

Anni dopo il Capitano si mette sulle tracce dei suoi compagni più fidati con l’intento di riunirli e vendicare lo smacco subito. E’ da questo punto che prende piede la trama di The Builders.

Come ho già anticipato, i personaggi sono degli animali antropomorfi. Il Capitano è un topo sul cui volto inespressivo, ad eccezione di una profonda cicatrice che gli attraversa l’occhio, non trapela nient’altro. E’ un essere scostante e vendicativo, le cui lapidarie parole gelano il sangue tanto quanto la sua fama. Lo stesso dicasi per Mefitico, una puzzola crudele e spietata divenuta Cancelliere dei Giardini dopo essersi spianato la strada con sotterfugi e inganni letali. Tra i tanti animali – tutti molto ben caratterizzati – il mio preferito è stato Cinabro, la salamandra dal sangue freddo e dalla rapidità fulminea che a suon di cadaveri si è guadagnato il titolo di Drago. Un pistolero di poche parole che compensa la poca mobilità della bocca con un fisico saettante a tal punto da rendere le movenze impercepibili, con buona pace di chi se lo ritrova come avversario.

Sebbene la banda del Capitano si compone di mercenari abili e spietati, i sicari di Mefitico non scherzano affatto. Vi assicuro che la resa dei conti sarà un insaziabile fagocitare di pagine zeppe di azione, stravolgimenti e duelli memorabili. Ciò è dovuto allo stile dell’autore (oltre che alla traduzione di Davide Mana), essenziale ma incisivo come i personaggi e dal retrogusto irriverente quanto melanconico. Quest’ultima caratteristica riesce a conferire un tocco di poesia persino alle scene più truci, elevando di fatto lo spessore di una trama che – se si esclude la componente furry – si snoda su sentieri ampiamente battuti. Tuttavia grazie a un ritmo serrato, agli insoliti attori e allo stile pulp di Polansky l’obiettivo di intrattenere e avvincere è pienamente centrato.


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